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  • Immagine del redattoreQuelli dell'AVC

Cosa sta succedendo? Lo spiegano i ragazzi


DIARIO DI UN’EPIDEMIA



Cari lettori, siamo i ragazzi della Scuola Popolare.

Come tutti stiamo subendo questa situazione strana e improvvisa, che ci è piombata addosso a causa di un virus sconosciuto e imprevedibile. Noi che siamo abituati a stare in mezzo alla gente, ora osserviamo strade quasi completamente deserte. Alcuni di noi sono più preoccupati, altri meno, ma ci sentiamo comunque tutti sulla stessa barca. Per questo motivo vogliamo cercare di trovare un modo per stare uniti, proprio ora che ci sembra di essere così distanti. Abbiamo anche creato un gruppo WhatsApp con i nostri educatori, per condividere quello che viviamo e tenerci in contatto ogni giorno. Questi sono alcuni dei nostri pensieri:


Introduzione. Da quello che abbiamo letto sui giornali, il Coronavirus si è sparso in tutto il mondo ad una grande velocità ed è arrivato presto in Italia. Il nome Coronavirus l’hanno scelto per via delle cellule, che sono a forma di corona. In Lombardia fino ad ora ci sono più di diecimila casi, e tutte le città sono in quarantena. Non si può uscire con gli amici, né andare a trovare i parenti. Si può uscire solo per motivi validi, per esempio per lavoro o andare a fare la spesa. Cristian e Moaz


Nei primi giorni di gennaio in Cina è nato un virus che non hanno subito chiamato Coronavirus. All’inizio pensavo che fosse un virus normale, ma in realtà non è proprio normale, perché negli ospedali hanno trovato un “botto” di persone con questa malattia: tosse, febbre e male ai polmoni. Per questo i dottori hanno iniziato a cercare una cura per questa malattia, che è il Coronavirus. Il Coronavirus ha iniziato a colpire tutte le persone, e un “botto” di persone sono morte. Dopo qualche mese il Coronavirus ha colpito quasi tutta la Cina, e poi ha iniziato a uscire fuori. È arrivato in Italia, soprattutto a Milano, e fino ad ora non hanno trovato ancora una medicina per curarlo. A Milano hanno chiuso tutti gli aeroporti. Il Coronavirus è diventato una malattia pericolosa, e tutto il mondo ha paura di questo virus. Secondo me ucciderà ancora tante persone, perché fino a ora, dopo già 3 mesi, non c’è ancora una cura. In questo periodo a Monza nessuno esce di casa. Si esce solo per fare la spesa, e per fare la spesa fanno entrare uno alla volta nel supermercato. La polizia in tutta Monza non fa uscire nessuno, ci deve essere un metro di distanza tra le persone e per salutare si deve usare il gomito. Il Coronavirus ha cambiato tutta la città. Oggi sono uscito in centro a Monza e ho trovato poche, ma poche poche persone. Non ce n’erano come prima, e nelle stazioni la polizia ferma chi vuole andare da Monza a qualche altra città. Dicono “o mi dai il documento del lavoro o non parti”. Ho visto proprio questo succedere davanti ai miei occhi. Ho provato ad andare a Milano Porta Garibaldi, però la polizia mi ha fermato e mi fa “dove vai?”, e io “a Milano Porta Garibaldi”. La polizia “perché vai là?”, io “vado a salutare un mio amico”. La polizia “no, non puoi. E per piacere devi andare a casa”. Dopo sono tornato in centro e altri poliziotti sono arrivati da me e dai miei amici dicendo “per favore, un metro di distanza tra voi”, e noi “va bene”. Poi hanno detto “quando andate a casa salutatevi con i gomiti”. Noi abbiamo iniziato a guardarci tra di noi: non pensavamo che una cosa come il Coronavirus potesse fare tutto questo in Italia. Io non so davvero cosa dire, perché la gente ha veramente paura. Il fatto che non trovo nessuno in centro vuol dire che la gente ha paura. In centro nei giorni normali ci saranno più di 1000 persone, ma in questi giorni le persone in centro si contano sulle dita di una mano. Io sono dispiaciuto per l’Italia. Momo



Sono Reginella, e voglio parlare un po’ di questo virus che si sta diffondendo per il mondo. Allora, per me è un’influenza abbastanza normale e non uccide tutte le persone, ma soltanto quelle con delle patologie, quindi io e la mia famiglia per ora stiamo tranquilli. Secondo me devono comunque chiudere tutti i voli da subito. Non darei tanto allarmismo alle persone, però è giusto prendere precauzioni, ad esempio mettere sempre la mascherina. Reginella


Ormai il paese è diventato zona rossa e nessuno può entrare né uscire dall’Italia. Sono molto preoccupato, non per me, ma per la mia famiglia. Io sono in montagna con un mio amico finché questa storia non finisce, per rimanere al sicuro. Ma la mia famiglia è a Monza, dove ci sono almeno 12 casi confermati di Coronavirus. Spero che la faccenda si risolva. La situazione negli ospedali è ormai critica. I malati devono fare posto alle persone con il virus, quindi c’è un tasso di mortalità molto alto. Fuori ormai non c’è più nessuno, tutti hanno paura di uscire: parchi, strade, posti pubblici, tutti vuoti. Sono molto preoccupato per il nostro futuro. Riccardo


Le mie giornate vanno bene. Come tutte le giornate va bene anche se sto a casa, anche se non posso andare a scuola perché ci sono questi problemi. Però fa niente, sono contento lo stesso perché sto a casa, così ho tempo per studiare e sarò pronto per fare l’esame. A scuola mi aiutano di più ma sono contento comunque. Anche se non esco di casa posso fare quello che voglio, studiare e chiamare i miei amici. A casa mi sento molto molto bene. Abdel


Dal punto di vista dei morti: meglio non parlare di morti, perché sono 148. I casi sono oltre 4.600. Anche se non hanno trovato la cura o le medicine giuste ci sono comunque 414 guariti. Ora siamo nella zona rossa. Oltre alle vittime, ci sono molti danni nei paesi colpiti dal Coronavirus. Il Coronavirus non è una malattia che puoi avere in corpo senza conseguenze. La mia idea è che siamo tutti uguali. Un messaggio per gli stranieri che come me vivono in Italia: siete arrivati qua con l’idea di vivere meglio, e ora vi lamentate per farvi rimandare nel vostro paese, ma sappiamo che l’Italia passa una situazione difficile. Tornate pure tutti nel vostro paese, ma se volete veramente vivere meglio dovete aiutare lo Stato in cui vivete, non abbandonarlo. Questa cosa fa capire anche agli italiani che la differenza tra noi non esiste, perché il Coronavirus non ha scelto di colpire solo l’Italia, ma tutti. Da soli è impossibile superare il problema, tutti insieme ce la possiamo fare. UNA MANO AIUTA L’ALTRA. Hossam


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